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Le telecamere di sicurezza che, come abbiamo visto (vedi articolo sorveglianza video), vengono installate da privati cittadini o enti per sorvegliare le proprie strutture o abitazioni, sono, in un certo senso, una fonte di sicurezza per tutta la città.

C’è chi lamenta la loro presenza rivendicando il diritto alla privacy e chi invece si sente maggiormente protetto sapendo di essere sotto l’occhi vigile di qualcuno.

E’ da chiarire che l’argomento relativo alla sorveglianza privata che si avvale dell’uso delle videocamere è ben disciplinato, sono state, infatti, dettate delle regole in merito su cui si è, naturalmente, espresso anche il nostro garante dei diritti sulla privacy.

Nessuna violazione, dunque, anche perché i video registrati dalle telecamere di sorveglianza hanno, per così dire, vita molto breve, infatti devono essere assolutamente cancellati entro le 24 ore successive alla registrazione.

Il limite delle 24 ore è dettato da semplici motivi di sicurezza, in quanto deve esserci un arco di tempo durante il quale ci si può accorgere di atti illeciti contro il bene sorvegliato, per cui sarà necessario rivedere le registrazioni e raccogliere degli indizi.

Se si verificasse una situazione per cui le riprese diventano un elemento importante per la prosecuzione di alcune indagini relative a fatti accaduti nei pressi degli ambienti tenuti sotto sorveglianza della videocamera, allora viene a mancare l’obbligo di cancellazione dei video, che resteranno a disposizione degli inquirenti anche fino alla fine delle indagini..

Trovandosi, sia gli enti che le abitazioni private e quant’altro possa richiedere l’impiego di un sistema di videosorveglianza, all’interno di strade comunali e non private, accade, molto spesso, se non sempre, che queste riprendano pezzi della vita quotidiana di qualsiasi cittadino, questa situazione, per quanto possa sembrare scomoda e dare fastidio a molti, in realtà diventa un servizio di tutela per l’intera comunità.

Non poche sono le situazioni in cui gli inquirenti, per proseguire le indagini, si sono avvalsi dell’ausilio di sistemi di videosorveglianza che hanno registrato alcuni fotogrammi che si sono rivelati “l’ago della bilancia” per la risoluzione del caso.

Non dimentichiamo che dietro ad ogni, o quasi, sistema di videosorveglianza c’è l’occhio della guardia giurata in servizio che osserva qualsiasi cosa accada dall’altra parte, la consapevolezza di ciò potrebbe mettere in soggezione qualcuno, e salvare qualcun altro perché qualora il vigilante si accorgesse di situazioni illecite, soprattutto se molto gravi, è tenuto ad informare immediatamente le forze di polizia su ciò che sta accadendo.

Oltre al fatto che la segnalazione della presenza di un sistema di video sorveglianza, come previsto dalla legge, potrebbe essere già di per se un deterrente dal compiere atti criminali.

servizio che ha l’obbligo di tacere su qualsiasi fatto vede attraverso i monitor della videosorveglianza. Per quanto riguarda tutte le riprese non rilenti ai fini della tutela e sorveglianza, oltre, come già specificato, ad essere eliminate entro le 24 ore successive, vengono visualizzate solo ed esclusivamente dall’operatore preposto per questo.

Il sistema di videosorveglianza è stato adottato anche dalle amministrazioni comunali per cercare di dare una maggiore sicurezza ai cittadini nel muoversi liberamente all’interno della città.

E’ come se ci fosse costantemente un occhio puntato sulla città che osserva tutto ciò che accade ed interviene al momento del bisogno.

Le telecamere, oltre ad essere un elemento importante per sventare i così detti reati predatori, aiutano l’organico delle forze di polizia che in molte città non riesce a ricoprire tutto il territorio.

Una sorta di collaborazione tra l’uomo e la tecnologia, dunque, come accade nel privato tra gli istituti di vigilanza e i sistemi di teleallarme, con la differenza che nel caso del pubblico sono le forze della polizia municipale a sorvegliare e ad intervenire.

Una fitta rete di collaborazioni, dunque, volte a far vivere la città più tranquillamente, grazie alle telecamere pubbliche, a quelle private, agli istituti di vigilanza e alla polizia municipale che sorvegliano e tutelano costantemente le zone considerate più a rischio e riprendono ogni movimento.

In barba al famoso diritto alla privacy, che viene sempre rispettato, nei limiti della sicurezza di tutti.

Nessun professionista, pubblico o privato, che si trovi difronte ai monitor collegati alle videocamere nelle strade può riferire fatti visti durante le ore di servizio, non deve assolutamente tenere le registrazioni che, anzi, sono soggette a regolamenti ben precisi e che vanno rispettati, salvo in alcune situazioni che fanno eccezione.

Il pubblico e il privato in materia di videosorveglianza sono soggetti alle stesse norme, per cui le registrazioni devono essere cancellate definitivamente entro le ventiquattro ore successive, eccezion fatta per i casi in cui tali video potrebbero essere risolutori o fornire maggiori informazioni agli inquirenti che indagano su fatti illeciti avvenuti.

Tutto a fin di bene, dunque, se non fosse che a qualcuno di essere sempre sotto controllo non va proprio giù, e non per avere la libertà di commettere fatti illeciti, ma per non sentirsi sempre osservato, ed è qui che la libertà e la sicurezza si incontrano e si scontrano, dando vita a dibattiti che fino ad ora hanno trovato fine attraverso provvedimenti per disciplinare la materia, che, in breve, obbligano all’informazione attraverso cartelli espliciti ed alla distruzione delle registrazioni.